venerdì 11 maggio 2012

Una Associazione Realmente Inutile e Settaria - 1

Nel 2010 un utente di un forum commentava l'operato delle associazioni antisette evidenziandone la povertà di linguaggio, di comunicativa e dei contenuti. Questi ultimi costituiti, per usare le sue parole, di sole "idee fisse". La critica si concludeva con un giudizio di totale inadeguatezza.

Può apparire la generalizzazione di chi fa di tutta l'erba un fascio, ma anche a un esame più accurato, le associazioni prese in considerazione da quell'utente, ossia gli appartenenti al "Forum delle Associazioni Italiane di Ricerca Informazione e Contrasto dei Movimenti Settari ecc." (che dovrebbero essere le più accreditate), il giudizio appare decisamente solido.

A comporre il Forum dal nome chilometrico sono: il Centro Studi Abusi Psicologici (CESAP), Giù le mani dai bambini di Aldo Verdecchia, l'Associazione Ricerca e Informazione sulle Sette (ARIS) e l'Associazione Nazionale Familiari delle Vittime delle Sètte (FAVIS).

Il CESAP viene accuratamente analizzato nelle pagine "Il caso Lorita Tinelli", dove l'abbondante documentazione a supporto ne rendono inconfutabili le critiche. Scherzose nel tono, ma spietate nel contenuto.

Dell'associazione "Giù le mani dai bambini" si è parlato qui e qui. In merito alle sue idee fisse rimane ben poco da aggiungere, quanto alla povertà comunicativa è sufficiente rilevare che l'associazione non possiede neppure un sito web, e scoprirne l'indirizzo o un numero di telefono da contattare è un compito da detective.

Per l'ARIS basterebbe rilevare che la persona che ne è diventata l'emblema è Maria Pia Gardini, la cui credibilità è commisurata alle sue contraddittorie dichiarazioni analizzate nei post precedenti.

L'ARIS è qualcosa di strano. Formalmente pare costituito da due entità autonome, l'ARIS Toscana e l'ARIS Veneto, ma essendo loro stessi a presentarsi come "ARIS Italia", appaiono come un singolo gruppo che dispone di due indirizzi e-mail.


Della sezione veneta, il fatto che non possieda (pure lei) un sito Internet, sembra indicativo della sua marginalità e non staremo quindi a perderci del tempo. L'ARIS Toscana un sito ce l'ha, per cui come prima cosa proviamo a vedere chi quell'associazione la incarna.

Trattandosi di un ambito particolarmente delicato ("dare assistenza" a persone che soffrono) e che richiede autorevolezza (fare ricerca per offrire informazioni affinché la società tutta ne usufruisca), ci si aspetta che l’ARIS sia composto da personale qualificato (educatori o psicologi o sociologi ecc.). Trovarsi di fronte a un vigile urbano, a una guardia giurata oppure a una casalinga in pensione, sarebbe deludente e soprattutto poco rassicurante. A nessuno farebbe piacere affidarsi a un dentista che dentista non è.

Su questo importante aspetto il sito non dice però assolutamente nulla. Cliccando su "Chi siamo", appare la pagina "Curriculum2008" - che non è quindi "Chi siamo" - dove si legge:
"Gli attuali membri dell’A.R.I.S. Toscana sono attivi da anni nell’assistenza spontanea ai fuoriusciti dalle sette o dai gruppi pseudo-religiosi totalizzanti, nella ricerca di informazioni attinenti e nella collaborazione con esponenti di altre associazioni aventi scopi analoghi."
Se non è una supercazzola, le assomiglia molto.

Solo nella pagina "Contatti" si scopre che il presidente è un certo Mario Pierotti, di cui viene fornito il numero di cellulare ma nessuna qualifica. Una mancanza che rafforza i dubbi sull'autorevolezza dei membri e sulla legittimità "dell'assistenza" che "da anni" viene offerta - non sappiamo a quale titolo - ai fuoriusciti o ai loro famigliari.

Va rilevato che mentre qui si è parlato di mancanza di autorevolezza, c'è chi esprime invece una condanna ben più severa, arrivando persino a inviare esposti alla magistratura. Coinvolgere la magistratura è una esagerazione poco condivisibile, ma l'aspetto più sorprendente è che la segnalazione non è venuta da un gruppo tacciato di settarismo che ha inteso vendicarsi, bensì da Lorita Tinelli, presidente del Centro Studi Abusi Psicologici - associazione che collabora con l'ARIS - la quale in una segnalazione inviata alla Procura della Repubblica, ritiene che dare questo tipo di assistenza senza essere psicologi:
  • significa dirottare presso di sé persone bisognose di aiuto senza avere il benché minimo senso delle reali necessità terapeutiche che queste persone hanno, rischiando di farle cadere in un baratro ancora più grave di quello dal quale stanno tentando di uscire;
  • significa venire a conoscenza di informazioni personali e preziose senza avere la benché minima capacità di gestire queste informazioni;
  • significa assumersi la responsabilità della salvezza della vita delle persone senza avere la preparazione professionale adeguata;
(cliccare sull'immagine per ingrandirla)
Chiarisco subito che questa segnalazione non riguarda l'ARIS, né qualcuna delle associazioni consorelle che compongono il "Forum degli antisette".

Sono numerose le segnalazioni inviate all'Autorità Giudiziaria dalla Tinelli, ma riguardavano sempre persone che hanno espresso opinioni diverse dalle sue. Quindi le associazioni del "Forum" possono stare tranquille anche se "nessuno al loro interno è psicologo, medico o sociologo", perché nessuno al loro interno ha mai contraddetto la finta giornalista Lorita Tinelli. Tuttavia questo dimostra che, senza arrivare all'isteria di una denuncia, è certamente deplorevole che un'associazione (che gode di finanziamenti pubblici) offra assistenza senza annoverare tra i suoi esponenti qualcuno fornito di adeguate qualifiche professionali.

(In merito al fatto che la Tinelli non denunci per abuso della professione l'ARIS o gli alti gruppi del "Forum" ove si riscontri che "nessuno al loro interno è psicologo, medico o sociologo", è un elemento che si somma a quanto dettagliatamente già illustrato qui e qui.)

Torniamo all'ARIS. Le cose non migliorano, anzi peggiorano, se consideriamo la mission dell'Associazione Ricerca e Informazione sulle Sette, ciò che l'ARIS definisce lo "scopo primario dell'Associazione": la ricerca e l'informazione (che peraltro compongono il nome stesso dell'organizzazione).

Se sulla professionalità dei componenti dell'ARIS si possono avere dei dubbi, sulla "ricerca" c'è una certezza: di ricerca firmata ARIS non c'è assolutamente niente. A meno che non la si debba intendere come "ricerca di materiale da copiare sul proprio sito", attività in cui l'ARIS eccelle, perché tutto il materiale pubblicato sulle "sette", o meglio, tutto il materiale presente sul sito, è stato copiaincollato da altri siti web. Per di più senza riportare mai l'indicazione del sito da cui il materiale è stato preso, né riportare il doveroso link alla pagina originale. Una scorrettezza non certo nuova tra gli antisette.

Navigando tra questa documentazione (che forse sarebbe da chiamare refurtiva), l'aspetto più appariscente è la trascuratezza con cui quelle pagine sono state raffazzonate. Se la forma rispecchia la sostanza, la qualità dell'assistenza fornita alle vittime è pericolosamente scadente. Ci sono documenti dove il testo si interrompe subito dopo l'introduzione (forse per coerenza con il titolo, "Dirigente condannato per estors.", anche lui inspiegabilmente troncato e pure sgrammaticato); spaziatura delle righe insensata; link sbagliati; immotivati cambi della dimensione del font. L'operazione di copia e incolla è talmente pasticciata, da riportare perfino gli elementi grafici in uso nelle pagine originali a fini decorativi. In diversi casi è stato copiaincollato addirittura l'intero box laterale con il menù (in francese) del sito originale.

Il sito trasmette una sgradevole impressione di totale sciatteria, e conseguentemente una sensazione di preoccupante faciloneria per quanto riguarda l'operato dell'associazione.

Per un elementare senso di giustizia, provo a restituire il merito a chi spetta, indicando da quali siti l'ARIS si è appropriato del lavoro altrui:
  • su Sahaja Yoga dal lavoro di "Alessia Guidi" (eteronimo di Martini), così come sono suoi altri documenti su Osho Rajneesh e sul rev. Moon.
Alla sciatteria di solito si accompagna l'incompetenza, e l'ARIS ce ne fornisce una testimonianza. Il sito riporta (ovviamente senza l'indicazione della pagina da cui è stata copiata) la seguente castroneria:
"Steve Hassan, ex-raeliano, ha dichiarato come gli adepti più avvenenti di entrambi i sessi vengano inviati in missione nei bar per single per attirare i soggetti più vulnerabili con proposte sessuali.
Dopo assere
[sic] uscito dalla setta fondata dall'ex-giornalista Claude Vorihon, Steve Hassan ora è membro attivo dell'associazione "Pensiero Libero", che aiuta gli ex-adepti di varie sette e culti. Molti ex-raeliani avrebbero confermato le affermazioni di Mr Hassan, rivelando di essere stati adescati proprio in locali per single e in strip-bar, oltre al fatto che nelle cerimonie della setta sia frequente il ricorso a pratiche sessuali."
La notizia, del 2003, la si trova su diversi blog in lingua inglese, ma chi l'ha tradotta in italiano ne ha capito poco. Il nome del fondatore del movimento raeliano è sbagliato, e Steve Hassan non è un membro dell'associazione "Pensiero Libero", ma il fondatore del "Freedom of Mind Resource Center". L'errore più grave però è un altro.

Autore di due libri sul tema del settarismo, nell'ambiente antisette Steve Hassan è considerato un padre nobile. Il suo "Mentalmente liberi" è uno dei due testi sacri degli antisette nostrani (l'altro è "Cults in Our Midst" di Margaret Singer). Affermare che Hassan è un ex-raeliano quando è invece un ex della Chiesa dell'Unificazione del rev. Moon (come correttamente riportato nell'articolo originale), è sbalorditivo: gli esponenti dell'ARIS palesano di non conoscere nemmeno l'abc della materia di cui si propongono come esperti (per un compito molto delicato) e dimostrano che il libro "Mentalmente liberi" - tutto incentrato sui moonies - non l'hanno neppure sfogliato.

Indicativo dello scrupolo con cui l'ARIS seleziona le fonti da cui copiaincolla le sue "ricerche", è il contatore dei visitatori che - pure lui - è stato copiato e incollato dalla pagina originale, il quale indica: "00001".


In merito all'Informazione prodotta dall'ARIS, valgono le stesse considerazioni fatte per la Ricerca, da cui l'informazione discende: inesistente una, non può che essere inesistente pure l'altra.

Nella sezione "Rapporti e Conferenze", altro pilastro di un'associazione che si dedica alla ricerca e all'informazione, troviamo l'ennesima scopiazzatura da Allarme Scientology per quanto riguarda i Rapporti (tranne uno che è di "Telefono Antiplagio"). Per quanto riguarda le Conferenze, solo una riguarda l'ARIS (limitatamente però alla fase organizzativa). Per il resto troviamo solo le ormai inutili locandine di vecchi incontri del 2005 e 2006 ("Ore 12.00 Santa Messa in Santuario, Ore 13.00 Pranzo"), organizzati da altre associazioni. Incontri a cui gli esponenti dell'ARIS hanno partecipato solo come spettatori (se vi hanno partecipato).

L'unica cosa originale contenuta nel sito dell'ARIS è la grafica, ma limitatamente alla sola home page, che comunque consiste di un accatastamento senza logica di documenti dalla dubbia pertinenza.

Frutto del solito e grossolano copia e incolla, troviamo la "Dichiarazione Universale Uomo" (che poi sarebbe la "Dichiarazione Universale dei Diritti Umani", visto che riguarda anche le donne), o l'analoga Dichiarazione del Consiglio d'Europa. Nobili conquiste della civiltà, ma dall'utilità imperscrutabile per chi si ritrova con un familiare adoratore di dottrine balzane. Così come non si comprende a chi possa servire sapere che la Ayahuasca è una bevanda cerimoniale ottenuta dalla cottura della liana jagube e della foglia chacrona, se non a un tossico in partenza per l'Amazzonia. Informazione che troviamo, insieme a un interminabile elenco di beveroni simili, sulla home page nello stravagante documento "Droghe usate nelle sette".

Ma se l'informazione sul fenomeno settario è assente, la mancanza probabilmente più grave è un'altra: quale protocollo viene seguito per dare "assistenza ai fuoriusciti" ("o alla loro famiglia")?

Certo, aspettarsi l'adozione di un protocollo da chi dimostra tanta superficialità è insensato. È probabile che nessuno ne avrà neppure avvertito l'esigenza. Tuttavia anche l'operatore più improvvisato dovrebbe ritenere doveroso indicare per lo meno le linee guida generali di intervento, in modo che l'utente possa capire a cosa andrà incontro rivolgendosi all'ARIS: con quali metodiche si interviene all'interno di dinamiche familiari (per loro natura estremamente delicate); in base a quali principi si interviene su credenze personali (per loro natura insindacabili). E ancora: l'intervento è mirato a far accettare alla famiglia la decisione del congiunto, o a fare ricredere quest'ultimo? Su quali basi e con quali modalità si critica una credenza? Ecc.

In buona sostanza, cosa si fa in pratica per "dare assistenza al Vostro problema", come si cerca di riportare serenità in una famiglia che vive un conflitto al suo interno e si trova in uno stato di forte sofferenza?

La domanda non è capziosa, perché è già accaduto che l'intervento di un gruppo "antisette" abbia peggiorato una situazione facendola precipitare. Come quando si è ricorso alla deprogrammazione o, più comunemente, si è usato la stampa per creare uno scandalo che tratteggia il gruppo di affiliazione come un'entità malvagia e il seguace come un povero plagiato, rincoglionito dall'affabulazione del "guru". Il risultato di questo tipo di intervento è facile da intuire: mancata accettazione delle scelte altrui, irrigidimento delle singole posizioni, esacerbazione del conflitto. Ne consegue una prevedibile rottura definitiva e il distacco dalla famiglia del congiunto che si sente osteggiato. Un allontanamento che, tra l'altro, viene poi imputato alla "setta cattiva".

In conclusione, il sito - che è la vetrina con cui l'ARIS si presenta - offre unicamente materiale di scarso valore, ammassato a casaccio come nel deposito di un rigattiere, senza fornire alcunché di originale. E se la forma è tanto scadente, è improbabile che la sostanza, ossia l'operato dell'ARIS, sia migliore. Si potrebbe concluderne che nel "claustrofobico mondo degli "esperti di sette", in genere autonominati [...] non mancano paranoici, complottisti, visionari e un certo numero di profittatori e ciarlatani".

È un giudizio molto forte, che però non è mio. Lo si legge sul sito dell'ARIS (in un testo ovviamente copiato), in calce al quale - caso unico in tutto il sito - si trova una nota ufficiale:
Pubblichiamo, anche nel nostro sito, la lettera scritta da Miguel (condividendone in pieno il pensiero) in ricordo ecc.
Associazione A.R.I.S. Toscana